domenica 28 maggio 2017
martedì 4 aprile 2017
Incantesimo
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Il tuo racconto
Incantesimo
Una notte l'incantesimo di una luna di fuoco mi fece abitare in una costellazione distante,
lei con i suoi baci appassionati mi fece bere dalla coppa dell’amore e si placò la sete,
quei bianchi veli erano una febbrile costante oscillazione che a volte si perde in racconti eterei.
La notte era circondata da carezze sulla pelle, il vento con il profumo dei fiori ci estasiava,
la sua fragranza nel vento cantava, tra la valle addormentata esultava per il privilegio di un
amore che trova due cuori affamati, potevano scolpire la loro storia d'amore.
Quella nostalgia di sentimenti dove la vertigine dell'incantesimo è breve, le anime sono in
costante aumento e nel volo rifletteva il suo amore come di una stella, quando ascolta le parole
si commuoveva fino al pianto.
Parole su lembi di pelle che sanno di sale e che aspettano solo la pioggia, per essere lavati come
fossero fiori che la terra custodisce in se e tutto ciò che fu scritto, anima i nostri corpi, perché qui
trova costanza il senso del vivere, senza mutamento dove vivono gli arcani, dove l’essere forgiati
è privilegio di pochi..
Cerco il cielo che al mattino la volontà dei sogni fa emergere la pazienza e non scivolare come su
un acciottolato consunto, ma trovare l’appiglio tra le dita, parallelo alla sua fronte in acquerelli
di fuoco, perché le membra della nostra carne cerca amore.
Mi tremano le gambe alla battaglia, al combattimento che faccio ogni volta, non come mercenario,
ma come soldato di ventura e nuovamente soffro, cederò la notte in trincea quando la neve fresca accarezzerà i sogni di follia, quando sparirà ogni dubbio e parvenza, quando il vento cruento fermerà i sogni.
Quando tutto questo scritto si consuma e l’inventavo di parole nuove, accorte all'occorrenza, senza chiedere chi fossi, come se volesse il mio corpo solamente oppure l’anima e la mente.
Se cerca solo il corpo tra le grida di piacere, ombra fitta tra due eclissi, nell'incisione di vertici a memoria,
di terra arsa sulla vita che non passa, ma aspetta la rugiada della bocca quando l'assenza vuole uccidere io resuscito a me stesso.
Mi ricordo ogni paura che ebbi, ogni sorta di stella che ho voluto per amica, ogni parte del suo nudo
corpo, amai come me stesso, ricordo tutto questo, parlai di vita completa e in un istante ebbi fede in lei
presi il calice e le versai da bere.
lei con i suoi baci appassionati mi fece bere dalla coppa dell’amore e si placò la sete,
quei bianchi veli erano una febbrile costante oscillazione che a volte si perde in racconti eterei.
La notte era circondata da carezze sulla pelle, il vento con il profumo dei fiori ci estasiava,
la sua fragranza nel vento cantava, tra la valle addormentata esultava per il privilegio di un
amore che trova due cuori affamati, potevano scolpire la loro storia d'amore.
Quella nostalgia di sentimenti dove la vertigine dell'incantesimo è breve, le anime sono in
costante aumento e nel volo rifletteva il suo amore come di una stella, quando ascolta le parole
si commuoveva fino al pianto.
Parole su lembi di pelle che sanno di sale e che aspettano solo la pioggia, per essere lavati come
fossero fiori che la terra custodisce in se e tutto ciò che fu scritto, anima i nostri corpi, perché qui
trova costanza il senso del vivere, senza mutamento dove vivono gli arcani, dove l’essere forgiati
è privilegio di pochi..
Cerco il cielo che al mattino la volontà dei sogni fa emergere la pazienza e non scivolare come su
un acciottolato consunto, ma trovare l’appiglio tra le dita, parallelo alla sua fronte in acquerelli
di fuoco, perché le membra della nostra carne cerca amore.
Mi tremano le gambe alla battaglia, al combattimento che faccio ogni volta, non come mercenario,
ma come soldato di ventura e nuovamente soffro, cederò la notte in trincea quando la neve fresca accarezzerà i sogni di follia, quando sparirà ogni dubbio e parvenza, quando il vento cruento fermerà i sogni.
Quando tutto questo scritto si consuma e l’inventavo di parole nuove, accorte all'occorrenza, senza chiedere chi fossi, come se volesse il mio corpo solamente oppure l’anima e la mente.
Se cerca solo il corpo tra le grida di piacere, ombra fitta tra due eclissi, nell'incisione di vertici a memoria,
di terra arsa sulla vita che non passa, ma aspetta la rugiada della bocca quando l'assenza vuole uccidere io resuscito a me stesso.
Mi ricordo ogni paura che ebbi, ogni sorta di stella che ho voluto per amica, ogni parte del suo nudo
corpo, amai come me stesso, ricordo tutto questo, parlai di vita completa e in un istante ebbi fede in lei
presi il calice e le versai da bere.
Giuseppe Buro
martedì 21 marzo 2017
sabato 18 marzo 2017
Semantica
http://www.scrivere.info/poesia.php?poesia=438568&t=Semantica
Amai una donna come te lo sai, con la
forza del cuore intingevo gocce di miele
con artiglio di passione, consegnai sospiri
nella magia dell'amore, in profumi di fiori.
Amai la tenerezza, altre volte una traboccante
passione, con lo sguardo mi avvolgeva, in forti
abbracci mi stringeva, con l’anima che sapeva
di calore e del corpo trasbordava conseguenze.
Poi venne una illusione perché l’abbracciai con
forte amore, due lacrime caddero da quelle ciglia
e le coprirono le sue guance, con devozione
quasi fosse una icona quella persona.
Mi ha rubato il cuore, oh che donna sottile,
una grammatica di una delicata sintassi a ritmo
di semantica speciale, quell'amore era pretesto
all'agonia, quel finale era il mio.
@ Giuseppe Buro
17.03,2017
forza del cuore intingevo gocce di miele
con artiglio di passione, consegnai sospiri
nella magia dell'amore, in profumi di fiori.
Amai la tenerezza, altre volte una traboccante
passione, con lo sguardo mi avvolgeva, in forti
abbracci mi stringeva, con l’anima che sapeva
di calore e del corpo trasbordava conseguenze.
Poi venne una illusione perché l’abbracciai con
forte amore, due lacrime caddero da quelle ciglia
e le coprirono le sue guance, con devozione
quasi fosse una icona quella persona.
Mi ha rubato il cuore, oh che donna sottile,
una grammatica di una delicata sintassi a ritmo
di semantica speciale, quell'amore era pretesto
all'agonia, quel finale era il mio.
@ Giuseppe Buro
17.03,2017
venerdì 17 marzo 2017
Mi Manchi
Mi manchi
Dio solo sa quanto.
Sento ancora il tuo
respiro caldo su di me.
Ed é quello che mi
per questo Amore
da la forza di lottare
che non vuole morire.
che non si vuole arrendere,
Pregherò e lotterò,
nessuno mi sentirà,
piangeró nel silenzio
della notte, quando
le mie lacrime giungeranno
lo sentirà e ti dirà
alle mie labbra, che il tuo
nome urleranno.
Il tuo cuore forse
di correre da me
cuore innamorato,
che sto soffrendo per te.
Amore dolce e profondo
che la mia anima hai rapito,
ascolta questo
Tienimi con te, perché
che solo per te batte
forte e fa rumore
per farsi senrtire.
Ti aspetterò e la speranza
mai perderò.
@ Antonella Commendatore
mercoledì 1 marzo 2017
La Riva dei Sogni
Sei arrivata alla deriva
dei sogni,
un ultima spiaggia tra
le onde.
Quel solo ricordo fa impazzire
il cuore,
un afflato, un lungo viaggio,
terminato tra i binari
del tempo,
in quella stazione ventosa.
Quando quel vento irruento
ci fece tremare,
ed io mi fermai.
Contemplavo tutto l'insieme,
i colori, gli odori, e quel forte
tremore,
che mi scuoteva tutti
quei pensieri e persi
tutti i ricordi.
@ Giuseppe Buro
venerdì 24 febbraio 2017
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