domenica 15 aprile 2018
sabato 14 aprile 2018
All'imbrunire
All’imbrunire
Credevo che l'amore potesse proteggere
il nutrimento dell’anima e il fluire dei sentimenti,
quando si affacciano a riva, all’imbrunire quando
appare la luna.
I forti venti fanno della tua anima la mia voce
e il silenzio calma la mia l’arroganza,
oggi il mio pensiero sei tu, la sola carezza
che viaggia nel mio universo.
Ti dico che ti voglio bene, nel tuo spazio
mi adagio, a volte sprofondo poi mi ti elevo
come aquilone, mettendo le ali al mio cuore.
Nella penombra mi abbagli di luce universale,
sei quel fascino di onde che sulla riva muore,
e nel tuo incantesimo si perdono le mie solitudini.
@ Giuseppe Buro
14.04.2018
Il Maglione
Il maglione era diverso, era pettinata come una ragazzina,
aveva una frangetta che le copriva gli occhi, due occhi verdi,
penetranti, lo stesso sguardo intenso di chi vuole parlare di se.
Era trascorso un anno dal giorno del mio ultimo viaggio,
eravamo su un battello, facevamo il giro delle isole greche,
ero assorto nel guardare il mare, quei gabbiani svolazzavano
sulla mia testa, poi si adagiavano sulle onde, sulla spuma
della scia che lasciavano i motori.
La vidi, la fissai per un attimo. uno sguardo senza parole,
un istante e ho ripercorso la mia vita, pensavo a quella volta
che mi recai nell'isola di lesbo, ero stato sempre affascinato
dall'idea di visitare un luogo che la mitologia aveva reso celebre.
Lesbo è famosa per aver dato i natali, nel VII secolo a.C.,
ai poeti lirici Alceo e Saffo.
Nei versi di Saffo si ritrova l'esaltazione della bellezza
della femminilità, lei incarnava la vera donna, affascinante
e misteriosa, una bellezza mediterranea, unica.
Lei era così simile a una dea della mitologia e io che
non capivo niente talmente ero affascinato, lei se ne accorse,
mi tolse dall’imbarazzo chiedendomi l’ora, poi cominciammo
a parlare di cose vane, facemmoamicizia……………….
@ Giuseppe Buro
aveva una frangetta che le copriva gli occhi, due occhi verdi,
penetranti, lo stesso sguardo intenso di chi vuole parlare di se.
Era trascorso un anno dal giorno del mio ultimo viaggio,
eravamo su un battello, facevamo il giro delle isole greche,
ero assorto nel guardare il mare, quei gabbiani svolazzavano
sulla mia testa, poi si adagiavano sulle onde, sulla spuma
della scia che lasciavano i motori.
La vidi, la fissai per un attimo. uno sguardo senza parole,
un istante e ho ripercorso la mia vita, pensavo a quella volta
che mi recai nell'isola di lesbo, ero stato sempre affascinato
dall'idea di visitare un luogo che la mitologia aveva reso celebre.
Lesbo è famosa per aver dato i natali, nel VII secolo a.C.,
ai poeti lirici Alceo e Saffo.
Nei versi di Saffo si ritrova l'esaltazione della bellezza
della femminilità, lei incarnava la vera donna, affascinante
e misteriosa, una bellezza mediterranea, unica.
Lei era così simile a una dea della mitologia e io che
non capivo niente talmente ero affascinato, lei se ne accorse,
mi tolse dall’imbarazzo chiedendomi l’ora, poi cominciammo
a parlare di cose vane, facemmoamicizia……………….
@ Giuseppe Buro
Tu Per me
Cosa fai tu per me per essermi accanto,
mentre io guardo i tuoi occhi.
Mentre elaboro concetti astratti sul far
del giorno.
@Giuseppe Buro..
lunedì 22 gennaio 2018
domenica 28 maggio 2017
martedì 4 aprile 2017
Incantesimo
Oggiscrivo
Il tuo racconto
Incantesimo
Una notte l'incantesimo di una luna di fuoco mi fece abitare in una costellazione distante,
lei con i suoi baci appassionati mi fece bere dalla coppa dell’amore e si placò la sete,
quei bianchi veli erano una febbrile costante oscillazione che a volte si perde in racconti eterei.
La notte era circondata da carezze sulla pelle, il vento con il profumo dei fiori ci estasiava,
la sua fragranza nel vento cantava, tra la valle addormentata esultava per il privilegio di un
amore che trova due cuori affamati, potevano scolpire la loro storia d'amore.
Quella nostalgia di sentimenti dove la vertigine dell'incantesimo è breve, le anime sono in
costante aumento e nel volo rifletteva il suo amore come di una stella, quando ascolta le parole
si commuoveva fino al pianto.
Parole su lembi di pelle che sanno di sale e che aspettano solo la pioggia, per essere lavati come
fossero fiori che la terra custodisce in se e tutto ciò che fu scritto, anima i nostri corpi, perché qui
trova costanza il senso del vivere, senza mutamento dove vivono gli arcani, dove l’essere forgiati
è privilegio di pochi..
Cerco il cielo che al mattino la volontà dei sogni fa emergere la pazienza e non scivolare come su
un acciottolato consunto, ma trovare l’appiglio tra le dita, parallelo alla sua fronte in acquerelli
di fuoco, perché le membra della nostra carne cerca amore.
Mi tremano le gambe alla battaglia, al combattimento che faccio ogni volta, non come mercenario,
ma come soldato di ventura e nuovamente soffro, cederò la notte in trincea quando la neve fresca accarezzerà i sogni di follia, quando sparirà ogni dubbio e parvenza, quando il vento cruento fermerà i sogni.
Quando tutto questo scritto si consuma e l’inventavo di parole nuove, accorte all'occorrenza, senza chiedere chi fossi, come se volesse il mio corpo solamente oppure l’anima e la mente.
Se cerca solo il corpo tra le grida di piacere, ombra fitta tra due eclissi, nell'incisione di vertici a memoria,
di terra arsa sulla vita che non passa, ma aspetta la rugiada della bocca quando l'assenza vuole uccidere io resuscito a me stesso.
Mi ricordo ogni paura che ebbi, ogni sorta di stella che ho voluto per amica, ogni parte del suo nudo
corpo, amai come me stesso, ricordo tutto questo, parlai di vita completa e in un istante ebbi fede in lei
presi il calice e le versai da bere.
lei con i suoi baci appassionati mi fece bere dalla coppa dell’amore e si placò la sete,
quei bianchi veli erano una febbrile costante oscillazione che a volte si perde in racconti eterei.
La notte era circondata da carezze sulla pelle, il vento con il profumo dei fiori ci estasiava,
la sua fragranza nel vento cantava, tra la valle addormentata esultava per il privilegio di un
amore che trova due cuori affamati, potevano scolpire la loro storia d'amore.
Quella nostalgia di sentimenti dove la vertigine dell'incantesimo è breve, le anime sono in
costante aumento e nel volo rifletteva il suo amore come di una stella, quando ascolta le parole
si commuoveva fino al pianto.
Parole su lembi di pelle che sanno di sale e che aspettano solo la pioggia, per essere lavati come
fossero fiori che la terra custodisce in se e tutto ciò che fu scritto, anima i nostri corpi, perché qui
trova costanza il senso del vivere, senza mutamento dove vivono gli arcani, dove l’essere forgiati
è privilegio di pochi..
Cerco il cielo che al mattino la volontà dei sogni fa emergere la pazienza e non scivolare come su
un acciottolato consunto, ma trovare l’appiglio tra le dita, parallelo alla sua fronte in acquerelli
di fuoco, perché le membra della nostra carne cerca amore.
Mi tremano le gambe alla battaglia, al combattimento che faccio ogni volta, non come mercenario,
ma come soldato di ventura e nuovamente soffro, cederò la notte in trincea quando la neve fresca accarezzerà i sogni di follia, quando sparirà ogni dubbio e parvenza, quando il vento cruento fermerà i sogni.
Quando tutto questo scritto si consuma e l’inventavo di parole nuove, accorte all'occorrenza, senza chiedere chi fossi, come se volesse il mio corpo solamente oppure l’anima e la mente.
Se cerca solo il corpo tra le grida di piacere, ombra fitta tra due eclissi, nell'incisione di vertici a memoria,
di terra arsa sulla vita che non passa, ma aspetta la rugiada della bocca quando l'assenza vuole uccidere io resuscito a me stesso.
Mi ricordo ogni paura che ebbi, ogni sorta di stella che ho voluto per amica, ogni parte del suo nudo
corpo, amai come me stesso, ricordo tutto questo, parlai di vita completa e in un istante ebbi fede in lei
presi il calice e le versai da bere.
Giuseppe Buro
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Le Parole -Buckowski-
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