Tu che doni il ventre e partorisci
lacrime di cenere, scrivi lettere
d'amore tinte con l’inchiostro del...
tuo cuore.
Voglio una poesia piena di sogni
che sappia di vento di libeccio,
descritta in modo sobrio e che sia
diretta al verde dei tuoi occhi.
Voglio bagnarmi nudo nelle tue acque
e poi entrare nella tua mente e li restare,
donna remota sei così vicina che ti tocco
con le dita.
Voglio che la luna piena possa essere
strumento di piacere, la sabbia bagnata
su cui riposerai per guardare le stelle
cadenti soffice cuscino.
Ma in queste tue labbra solo ricordi di ieri,
non voglio che le tue bugie escano da
quel sorriso smorto.
@ Giuseppe Buro
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