Forse è stata l'acqua della tua
oasi a dissetare la mia sete,
scendeva dalla tua anima assetata
per cercare refrigerio nelle mie mani.
Le mie ferite sono guarite, ora
dedico le mie notti all’ascolto
delle tue battaglie, il tuo corpo accarezzo
e la tua umanità è sublime.
Ti ho pensato anima gemella,
ho riconosciuto in te quel filo
invisibile che si dipana nei sogni,
e ne abbiamo fatta di strada
insieme e abbiamo sognato spiagge
e palmeti.
Oggi non sei qui e aleggia la tua
presenza nell'abisso della mia
dimenticanza, e vola l’airone per
portare la tua carezza.
@ Giuseppe Buro